La saggezza va
avanti, non va indietro. Le persone più lungimiranti sono quelle che hanno
salito la china per cammini anche impervi. Raggiunto quasi il punto più alto, si
guardano intorno, il respiro ancora affannoso per il fiatone, definendo lo
spazio con il loro bastone. Loro sanno perfettamente cosa hanno attraversato per
arrivare lassù. Ora lo sguardo si estende su una immensa distesa di mondo.
Per questo ritengo che
tutto il potere vada dato alle nonne. Non ai genitori troppo impegnati
dal lavoro per potersi dedicare al futuro dei loro figli, ma proprio a loro,
loro che sono state mamme due volte, che tanta cura hanno avuto per la vita da potersi
permettere una doppia ironia adesso, nei confronti dei loro figli e dei figli
dei loro figli. E per ironia non si intende una presa in giro, ma uno sguardo
che aiuta al distacco che è utile al pensiero in mezzo alla confusione e che sa
dirti che quella cosa che ti sta preoccupando è solo una piccolissima briciola nell’armonia
dell’universo.
Le nonne anticipano
papi e sovrani nelle loro riflessioni e aperture. Mi vien da sorridere quando
leggo – ora – 2015- aperture per altro mal scritte su temi di disabilità ed
emarginazione che mia nonna a partire dalla sua esperienza aveva richiesto
molto tempo prima quando si scontrava – sì, sì scontrava – con politici e
prelati nel richiedere l’abbattimento di barriere architettoniche e le veniva
risposto che le vere barriere sono quelle mentali e psicologiche. E lo sapeva
bene! Eppure lo Stato nella sua legislazione al riguardo – ancora male
applicata, malissimo – ha anticipato di gran lunga una Chiesa che ancora fino a
poco tempo fa discuteva – e forse talvolta ancora discute – sui sacramenti ai disabili!
– no, non si parla qui di divorziati. Insomma il siamo tutti fratelli e il
prendete e mangiatene tutti hanno avuto tanti distinguo, tante eccezioni, che
hanno provocato tante ferite nascoste.
La consapevolezza
delle nonne è sempre stata in anticipo nell’evidenziare la necessità di
affrontare i temi del celibato, del matrimonio dei preti, nella convinzione che una sana
affettività è la premessa per dialogare di affettività con chiunque e per vivere rapporti umani equilibrati. E che la
bocca parla dalla pienezza, non dal vuoto, del cuore.
La consapevolezza
delle nonne anticipa stati e chiese nel riconoscere l’amore vero. A volte seguendo con fatica il cammino dei
loro figli, ma a volte anche superandolo laddove questi restano spaventati
dalle chiusure e dalle miopie del mondo, le nonne darebbero la vita ogni volta
che un loro figlio o nipote si sente violato, discriminato nella sua dignità,
nel suo diritto a una libera realizzazione di sé in ogni campo. Perché questa è
la libertà che non può essere solo appannaggio di alcuni.
Le nonne hanno ben
capito che Dio va oltre i sacramenti, e che il diritto va oltre le leggi, e che
la prima cosa sacra sono le persone con la loro libertà e la loro coscienza e
le loro venture. Dove sono queste persone che oggi hanno trovato la loro strada
al primo colpo, nell’amore, nel lavoro, in ogni campo, laddove regna una
precarietà che è forse il segno dei tempi, il segno di una fragilità che
attanaglia l’uomo proprio quando si sente più forte nelle sue conquiste, nei
suoi traguardi nella sua potenza economica e politica raggiunta a prezzo della
povertà e dello sfruttamento di tanti altri che oggi chiamiamo migranti, uomini
ischeletriti dai predoni d’Occidente?
Le nonne hanno
sguardo ampio sulla politica. Le nonne smascherano. Le nonne ne hanno viste
tante. Non reggono l’ipocrisia, mentre stirano una camicia e guardano la
televisione sanno riconoscere l’impostura ricorrente. Sanno individuare la
parola vera. Sanno indicare le mine dell’incoerenza e del trasformismo che scandalosamente
non fanno più scandalo.
Le nonne non si
fidano. E per questo bisogna stare attenti.
Vorrei nonne
cardinali, nonne presidenti della repubblica. Nonne sindaco, nonne assessori,
nonne sacerdoti. Presbiteri erano coloro a cui veniva affidato il governo di
una comunità e il servizio della celebrazione di ciò che è più sacro (nonna a
Pasqua, nonna a Natale!) nelle prime comunità cristiane. Niente di scandaloso. E
alle nonne, dico oggi, non ai nonni, perché si sa in fondo di chi è la tempra.
Le nonne hanno
impastato tanta pasta e girato tanto sugo che la gravitazione universale per
loro è una bazzecola. Hanno abbassato e alzato fiamme, misurato tanta febbre,
che le leggi della termodinamica fanno loro un baffo. Hanno messo tante
lavatrici che la forza centrifuga e quella centripeta non si sprigionano senza
il loro assenso. L’ebollizione dell’acqua necessità del loro placet. Hanno
visto esplodere ire e attentati, crollare muri e riergersi barriere su cose che
sembravano superate e assodate, negando conquiste dell’umanità che hanno
richiesto oltre che sangue un cammino secolare. Le poesie scritte dalle nonne
sono una invocazione perenne di bellezza e di pace. Cosa
teme una nonna se non che non si riconosca una via di realizzazione per i propri
figli, per i propri nipoti?
Lasciate passare una nonna, ed aprirete il futuro del mondo.
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Tilcara, Quebrada de Huamhuaca, Argentina. |