venerdì 23 ottobre 2015

Le felicità




   Le felicità sono tante. Non a caso per dire auguri il mondo latino usa il termine Felicidades o Felicitats, e in alcune situazioni anche in Italia si dice felicitazioni
Qualcuno crede che la felicità non esista proprio perché pensa che di felicità ce ne sia una sola: la Felicità. Io penso invece che esistano tante felicità, diverse secondo i momenti della vita e che ciascuno possa avere la sua, o più di una, contemporaneamente o a seguire, di queste forme di felicità.

   Esiste la felicità come spensieratezza e gioco, nei bambini o nell’adolescenza, uno stato che si può attingere anche in momenti diversi della vita, se si è capaci di lasciarsi andare.

   Esiste la felicità come raggiungimento di mete e traguardi, molto legata alla stima ed all’autostima, tipica forse dell’adolescenza, o dello sportivo, ma che si sperimenta in ogni fase della vita che implica un passaggio: la laurea, il primo impiego, l’intreccio di un legame affettivo, la nascita di un figlio, un libro pubblicato, l’acquisto della prima casa.

   Esiste la felicità fisica, fatta di grande benessere del corpo, in cui i sensi ci mettono in comunicazione con la natura facendoci sentire tutt’uno con essa. Una forma di questa è la felicità amorosa, in cui spirito e corpo godono all’unisono insieme alla persona che si ama.

   Esiste la felicità del gustare la bontà e la bellezza, e soprattutto l’arte. La creatività artistica ne è certamente una delle forme più alte.

   Esiste la felicità del sentirci in sintonia con qualcuno o con qualcosa, con una persona, una forma vivente, un astro, un gruppo culturale o politico, una patria cui sentiamo di appartenere o la terra promessa dell’umanità realizzata o in via di realizzazione.

   Esiste la felicità nei sogni che può permetterci di vivere una vita per ogni sogno.

   Esiste la felicità come soddisfazione lavorativa, o affettiva. Queste sono proprie dell’età adulta, e non è detto che si diano insieme. A volte si è più soddisfatti di un aspetto, a volte dell’altro, e non è detto che entrambi siano sempre indispensabili.

   Esiste la felicità come memoria, come ricordo dei bei momenti trascorsi o dell’insegnamento tratto anche dal superamento di momenti dolorosi. Questa forse è la felicità dell’anziano, simile alla felicità del contadino che torna con il suo raccolto.

   Esiste la felicità della speranza, che è quella che si può avere anche nei momenti di grande dolore, forse anche in quello più estremo. Una felicità che ci proietta oltre, e che ha qualcosa a che vedere con una forma di fede e anche con l’immaginazione.

   Per questo io dico che di felicità non ce n’è una sola, ma una e tante per ogni uomo, e credo che non ci sia essere sulla terra che non ne abbia provato neppure una di queste, e nessuno che sia stato felice che non possa rivivere quello stato di grazia, anche solo chiudendo gli occhi e ripensando. 



Salisburgo. Sul fiume Salzach.





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