lunedì 19 ottobre 2015

E uguale emmeccì al quadrato




   Quanti individui si vedono indaffarati nel mondo per denaro e potere. Quante persone, nella fase più tarda della vita, e che forse prima sono state tanto indaffarate, ora vivono per il gusto di cose semplici, come un dolce, un biscotto preferito, un cibo particolare, e godono anche di una piccola pianta o di un raggio di sole che carezza la pelle. 

   Non so come si possa perdere di vista la relatività delle cose del mondo. E smarrire il tempo buono della terra, quel che resta delle stagioni, della natura, del mare. La sacralità di un albero, il gusto di un frutto. Tutte quelle cose che il denaro non dà, e che si rivelano più preziose dell'oro.

   Non so come sia possibile investire una vita per cose che prima o poi sfuggono dalle dita, non solo per attacchi avversi, ma anche solo per il tempo che ci porta via dalle cose del mondo. Cose che a volte ci sopravvivano, e che hanno poco senso senza le relazioni.

   E la vita va oltre, e tanta tenerezza prende quando qualcuno di cui si diceva fosse "qualcuno" ritorna finalmente persona, una tra tante, ma in fondo ancora una volta persona, quando la si comincia a chiamare con il nome che gli si dava da bambino.



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