martedì 27 ottobre 2015

Tutto il potere alle nonne



   La saggezza va avanti, non va indietro. Le persone più lungimiranti sono quelle che hanno salito la china per cammini anche impervi. Raggiunto quasi il punto più alto, si guardano intorno, il respiro ancora affannoso per il fiatone, definendo lo spazio con il loro bastone. Loro sanno perfettamente cosa hanno attraversato per arrivare lassù. Ora lo sguardo si estende su una immensa distesa di mondo.
   Per questo ritengo che  tutto il potere vada dato alle nonne. Non ai genitori troppo impegnati dal lavoro per potersi dedicare al futuro dei loro figli, ma proprio a loro, loro che sono state mamme due volte, che tanta cura hanno avuto per la vita da potersi permettere una doppia ironia adesso, nei confronti dei loro figli e dei figli dei loro figli. E per ironia non si intende una presa in giro, ma uno sguardo che aiuta al distacco che è utile al pensiero in mezzo alla confusione e che sa dirti che quella cosa che ti sta preoccupando è solo una piccolissima briciola nell’armonia dell’universo.
   Le nonne anticipano papi e sovrani nelle loro riflessioni e aperture. Mi vien da sorridere quando leggo – ora – 2015- aperture per altro mal scritte su temi di disabilità ed emarginazione che mia nonna a partire dalla sua esperienza aveva richiesto molto tempo prima quando si scontrava – sì, sì scontrava – con politici e prelati nel richiedere l’abbattimento di barriere architettoniche e le veniva risposto che le vere barriere sono quelle mentali e psicologiche. E lo sapeva bene! Eppure lo Stato nella sua legislazione al riguardo – ancora male applicata, malissimo – ha anticipato di gran lunga una Chiesa che ancora fino a poco tempo fa discuteva – e forse talvolta ancora discute – sui sacramenti ai disabili! – no, non si parla qui di divorziati. Insomma il siamo tutti fratelli e il prendete e mangiatene tutti hanno avuto tanti distinguo, tante eccezioni, che hanno provocato tante ferite nascoste.
   La consapevolezza delle nonne è sempre stata in anticipo nell’evidenziare la necessità di affrontare i temi del celibato, del matrimonio dei preti, nella convinzione  che una sana affettività è la premessa per dialogare di affettività con chiunque e per vivere rapporti umani equilibrati. E che la bocca parla dalla pienezza, non dal vuoto, del cuore.
   La consapevolezza delle nonne anticipa stati e chiese nel riconoscere l’amore vero.  A volte seguendo con fatica il cammino dei loro figli, ma a volte anche superandolo laddove questi restano spaventati dalle chiusure e dalle miopie del mondo, le nonne darebbero la vita ogni volta che un loro figlio o nipote si sente violato, discriminato nella sua dignità, nel suo diritto a una libera realizzazione di sé in ogni campo. Perché questa è la libertà che non può essere solo appannaggio di alcuni.
   Le nonne hanno ben capito che Dio va oltre i sacramenti, e che il diritto va oltre le leggi, e che la prima cosa sacra sono le persone con la loro libertà e la loro coscienza e le loro venture. Dove sono queste persone che oggi hanno trovato la loro strada al primo colpo, nell’amore, nel lavoro, in ogni campo, laddove regna una precarietà che è forse il segno dei tempi, il segno di una fragilità che attanaglia l’uomo proprio quando si sente più forte nelle sue conquiste, nei suoi traguardi nella sua potenza economica e politica raggiunta a prezzo della povertà e dello sfruttamento di tanti altri che oggi chiamiamo migranti, uomini ischeletriti dai predoni d’Occidente?
   Le nonne hanno sguardo ampio sulla politica. Le nonne smascherano. Le nonne ne hanno viste tante. Non reggono l’ipocrisia, mentre stirano una camicia e guardano la televisione sanno riconoscere l’impostura ricorrente. Sanno individuare la parola vera. Sanno indicare le mine dell’incoerenza e del trasformismo che scandalosamente non fanno più scandalo. 
   Le nonne non si fidano. E per questo bisogna stare attenti.
   Vorrei nonne cardinali, nonne presidenti della repubblica. Nonne sindaco, nonne assessori, nonne sacerdoti. Presbiteri erano coloro a cui veniva affidato il governo di una comunità e il servizio della celebrazione di ciò che è più sacro (nonna a Pasqua, nonna a Natale!) nelle prime comunità cristiane. Niente di scandaloso. E alle nonne, dico oggi, non ai nonni, perché si sa in fondo di chi è la tempra.
   Le nonne hanno impastato tanta pasta e girato tanto sugo che la gravitazione universale per loro è una bazzecola. Hanno abbassato e alzato fiamme, misurato tanta febbre, che le leggi della termodinamica fanno loro un baffo. Hanno messo tante lavatrici che la forza centrifuga e quella centripeta non si sprigionano senza il loro assenso. L’ebollizione dell’acqua necessità del loro placet. Hanno visto esplodere ire e attentati, crollare muri e riergersi barriere su cose che sembravano superate e assodate, negando conquiste dell’umanità che hanno richiesto oltre che sangue un cammino secolare. Le poesie scritte dalle nonne sono una invocazione perenne di bellezza e di pace.     Cosa teme una nonna se non che non si riconosca una via di realizzazione per i propri figli, per i propri nipoti?

Lasciate passare una nonna, ed aprirete il futuro del mondo. 



Tilcara, Quebrada de Huamhuaca, Argentina. 

1 commento:

  1. Grazie Gabriele. Tu hai avuto una NONNA, che è stata determinante nel corso della tua vita.
    Io spero di esserlo per i miei nipoti....e non solo.

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