Comincio a pensare, dopo quindici anni di insegnamento, che i ragazzi
ritenuti più difficili o mal sopportati sono quelli che esprimono una
differenza rispetto a un mondo al contrario che in taluni casi è troppo
comodo assecondare per gli adulti che hanno dato per vinto il ragazzo o
la ragazza che è in loro. Allo stesso modo non ho trovato quasi nulla
in cui sperare in quelli che vanno troppo d'accordo con un certo tipo di
adulti che hanno smarrito il senso fondamentale tanto dell'esser
giovani, quanto dell'essere adulti.
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