Un domingo por la tarde, dalla Plaza de Mayo, a destra della Casa Rosada, imboccare la lunga strada che scende sale discende e risale fino alla Plaza del Dorrego, ma non sei più tu, sei un fiume nel fiume della gente, una piccolo sassolino leggero, trasportato dall'andamento sinuoso della via, tra le bancarelle e i negozi, oscillando da un lato e dall'altro come in un dolce ma deciso balanceo.
E vai, sotto un cielo grisaceo, addentrandoti nell'inventiva dei semplici: le scatoline di piel de naranja appiattita ed essiccata su forme di legno, e fatte fiorire dal pirografo, che ti fanno pensare a quante arance ci sono in Sicilia e forse a quanta pigrizia si deve al nostro benessere che non ci fa attivare come questa piccola semplice gente che vive di questo; i due ragazzi che passano in mezzo alla gente con un sifone e bicchierini del caffé Colombia, e ti rendi conto che anche offrire un caffé per strada può essere un mestiere; le innumerevoli distese di mates, e di bombillas, e signori in giacca e cravatta accovacciati a studiarle, per fare una buona scelta, accanto alle loro donne. E i cactus fatti con la lana, le sculture di forchette e in genere di posate ripiegate, le venditrici di empanadas con la loro spianatoia negli angoli e la gente in attesa di quelle de pollo o de carne, o di medialunas de jamon y queso, un pasto con pochi centesimi, quelli con cui noi tutti potremmo saziare un mondo.
Non sai quando arriverai, quanto è lungo questo nastro di umanità autentica e semplice. San Telmo appare con i suoi colori ora più caldi ora più freddi, le botteghe luccicanti di lampadari degli antiquari, gli spartiti del tango, negozi in cui si diffonde musica argentina ma anche francese, personaggi appariscenti o discreti nella loro oscurità, luce e tenebre che si intarsiano. Il mercato coperto con il suo orologio, i venditori di cinture e di frutta...
E infine la piccola piazza dove al di là degli antichi caffé e dei gioiellieri, e gli alberghetti a poco prezzo, riconosci una Montamartre sudoccidentale, dove però tra le bancarelle che si smontano vedi apparire un gruppetto che srotola cartoni e nastri, e monta un faro appeso a un albero per un tango che non ha nulla a che vedere con le milonghe nostrane, tanta è la sua spontaneità, la sua elegante osmosi e insieme il suo riserbo rispetto alla cerchia degli astanti, per cui essi sono in se stessi e dinanzi, ma anche dentro la musica, privi di quel compiacimento un po' esotico che riduce l'arte a un uso esteriore privata e depredata della sua verità, del suo essere qui e ora nel suo spazio: San Telmo, Buenos Aires in una mite sera dell'inverno argentino, che si celebra in luglio.
Scatolina di buccia d'arancia, Mercato di San Telmo, Buenos Aires. |
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