domenica 27 settembre 2015

Fondali




   Confrontarsi con volti nuovi, ma anche con luoghi e contesti diversi. Scoprire ancora una volta la vivacità della provincia, il fatto che ciò che è un po' più lontano di solito si presenta più mobile e variegato, anche nella sua ferialità, rispetto al centro in cui si avverte maggiormente il cigolio della ruota.

   Aver visto questo già piccolo mondo divenire sempre più piccolo e periferico dalle grandi distanze. Probabilmente è così che vede il mondo chi migra: farsi sempre più piccolo e poi sparire, risucchiato per sempre nel cuore ma sottratto alla vista esteriore. E si dischiude un passaggio nel nulla che è rischio estremo, ignoto, nulla, scommessa tra morte e rigenerazione.

   In questi giorni cambiano le quinte di questo piccolo mondo alla cuspide di un'isola. Movimenti che da quelle distanze pensavo non mi sarebbero più interessati ora li guardo, sì, ma con un certo distacco, e con quel pizzico di ironia che è necessaria alla riflessione. Partire è fare vita, tempo e distanza, distaccarsi dall'esperienza e guardarla in un punto che non è il sé e non è il mondo. Se ne guadagna in pensiero e in autonomia e anche in salute.


(E va bene così. Forse siamo già partiti, o abbiamo semplicemente ingranato il ritmo giusto del viaggio, sia esso definito dall'allegro rombo di un motore che viaggia moderato, fino a non sentirsi, sia quello dato da quei segnali tra l'uomo e il cavallo che solo una certa dimestichezza sa dare. C'è ancora posto, se qualcuno volesse ancora salire).




Nessun commento:

Posta un commento